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Centralizzazione

METODO BATES

12/02/2021

Quando parliamo di centralizzazione, parliamo di uno dei concetti fondamenteli del metodo Bates. Il termine usato da Bates era central fixation. In molti testi lo troviamo tradotto come fissazione centrale, questo termine però potrebbe risultare ingannevole in italiano.
In italiano quando si parla di fissare, si pensa ad un modo di guardare immobile e fermo sullo stesso punto. La visione centralizzata è una cosa completamente diversa. Se osserviamo il tabellone del controllo visivo possiamo renderci conto che nella parte centrale del nostro campo visivo c'è un punto che riusciamo a vedere con maggior nitidezza, una piccola lettera che vediamo meglio della sua vicina. Tuttavia se cerchiamo di mantere lo sguardo immobile in questo punto in poco tempo ci sarà perdita di nitidità, proprio nella parte più centrale del campo visivo e paradossalmente si riesce a vedere meglio nella parte periferica che non è destinata a questo scopo. In questi casi Bates parla di fissazione eccentrica in contrapposizione a quella centrale.
L'esperienza ci ha portato a capire due aspetti della centralizzazione che c'è un punto al centro del campo visivo che vediamo meglio e che questo meccanismo funziona se questo punto è in movimento. W.O. Bates aveva capito molto bene questi aspetti ed ha messo appunto diverse tecniche per stimolarne il funzionamento.
Questa caratteristica del nostro modo di vedere ha un corrispettivo nell'anatomia della retina, nella parte più centrale di essa la fovea centralis c'è la massima concentrazione di coni, questa concentrazione decresce nella macula lutea che è la parte immediatamente intorno, dove cominciano a comparire anche dei bastoncelli. Continuando ad andare verso la periferia della retina si troveranno sempre più bastoncelli rispetto ai coni, e complessivamente la densità di cellule sensibili alla luce va a decrescere verso l'esterno.
Esistono studi sperimentali che attestino che per una corretta dettagliata visione il centro del campo visivo deve essere in movimento sull'oggetto osservato?
Tra gli anni '50 e '60 Alfred Lukyanovich Yarbus fece uno strordinario studio sui movimenti oculari, in pratica sottopose un gruppo di volontari all'osservazione del quadro intitolato “Non lo stavano aspettando” di Il’ja Efimovič Repin. Agli osservatori era stata immobilizzata la testa ed applicate tecnologie per rilevare i movimenti oculari. Il risultato è stato che gli osservatori facevano dei movimenti con gli occhi all'interno dell'immagine. Mostrando più volte il quadro e facendo delle domande su di esso, si poteva vedere che i movimenti erano finalizzati a cogliere i dettagli richiesti dallo sperimentatore.

Quadro dell'esperimento di Yarbus

Nelle persone con difetti visivi il meccanismo di centralizzazione è meno efficente perché si tenta di vedere tutto insieme senza scansionare l'immagine che pertanto diviene meno nitida, in questi casi parliamo di diffusione che come detto Bates aveva definito fissazione eccentrica. Quando si vede diffondendo, c'è tensione mentale e visiva, i muscoli facciali sono contratti, viceversa, quando si vede con la centralizzazione la mente e i muscoli facciali sono rilassati.
In questo articolo non descriveremo le tecniche che ha ideato Bates per stimolare la centralizzazione, ma certamente potremo farlo in articoli successivi destinati a descrivere tecniche o giochi per il miglioramento visivo.

Bruno Badiali